Ieri osservavo un amico scrollare i reels di Instagram. Quello swipe infinito che ti mette davanti a tante influenze diverse senza capire davvero cosa si stia guardando e perché si stia guardando quel contenuto. Bene, dopo che mi ha sfracassato il cervello sentendo audio ad alto volume di qualsiasi tipo, è incappato in un reel di un ragazzo ben vestito, sicuro di sé che spiegava uno dei tanti “Perché…” presenti sui social. In questo caso mi ha sorpreso notare che sebbene il mio amico non conoscesse questa persona, ha dato per vero e per affidabile ciò che gli stava spiegando.
Il mio senso critico mi assale e mi induce a chiedere: Ma questo chi è? Che lavoro fa nella vita? Che titolo ha per divulgare questo contenuto?
In questo reels si parlava di alimentazione e dieta e di un “Perché è importante assumere vitamina…”. Mi ha sorpreso credere che in quest’epoca chiunque possa divulgare. Chiunque può essere esperto in qualcosa. Chiunque può far credere qualcosa a qualcuno, purché sia sui social.
Succedeva molti anni fa con la televisione. Essere in televisione donava l’autorevolezza e la sicurezza al pubblico a casa che si fidava ciecamente di qualsiasi cosa quel personaggio dicesse. Se è in televisione vuol dire che è importante quindi affidabile. Questo il collegamento del cervello che probabilmente ha indotto molti a fidarsi di Wanna Marchi & Co tempo addietro.
Accade la stessa cosa sui social, oggi.
E se anche sulle testate autorevoli nazionali le informazioni non sono sempre verificate ma diventano un mezzo per agganciare pubblico e per generare profitti pubblicitari, non immagino la qualità e la veridicità di tutto ciò che gira sui social.
Non fatevi ingannare dai contenuti che appaiono sui social.
Verificate, approfondite e non ripetete ai vostri amici a pappagallo quello che “imparate” sui social. Se lo fate, siate consapevoli che potreste innescare un’enorme spirale di disinformazione e mediocrità.
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